Europe Direct Lombardia 2014-2020

28 maggio, conferenza online: "Tra passato e presente: imparare ad informarsi meglio per costruire il Futuro di una Europa più solidale": ecco com'è andata!

l tema della disinformazione ci è sempre stato a cuore.
Come Europe Direct Lombardia, l’abbiamo iniziato a portare nelle scuole ai tempi dell’emergenza migratoria quando, a partire dal 2015, l’Unione europea ha avviato le prime iniziative per contrastare questo fenomeno.

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Il tema della disinformazione ci è sempre stato a cuore.
Come Europe Direct Lombardia, l’abbiamo iniziato a portare nelle scuole ai tempi dell’emergenza migratoria quando, a partire dal 2015, l’Unione europea ha avviato le prime iniziative per contrastare questo fenomeno.
Ne abbiamo parlato con i giovani, in vista dei rischi che le nostre democrazie avrebbero potuto correre in occasione delle elezioni europee del 2019.
E continuiamo a parlarne oggi quando, in seguito all’emergenza sanitaria, la disinformazione ha trovato sempre più terreno fertile per diffondersi online.

Un’opportunità per affrontare l’argomento è stata l’iniziativa online organizzata in collaborazione con l’Ufficio di collegamento del Parlamento europeo a Milano, la Rappresentanza in Italia della Commissione europea a Milano e la Direzione Generale Connect della Commissione europea lo scorso 28 maggio.

Dal titolo “Tra passato e presente: imparare ad informarsi meglio per costruire il Futuro di una Europa più solidale”, la conferenza ha visto la partecipazione di circa 700 giovani studenti collegati alla diretta streaming trasmessa dal portale di Regione Lombardia.

Moderato da Paola Ravelli, responsabile del Centro Europe Direct Lombardia, l’evento è stata occasione per comprendere come sia importante raccontare la verità dei fatti - partendo dal passato - quali siano le informazioni non veritiere, i falsi miti e le fake news attuali che minacciano la nostra salute e democrazia e cosa sta facendo l’Unione europea per contrastarle.
“Questo momento è un piccolo gesto, un piccolo segno in un mare di contraddizioni ma anche un'opportunità per aumentare la consapevolezza personale in momenti difficili come quello che stiamo attraversando“ introduce Mauro Visconti, Direttore Funzione specialistica dell’Unità Rapporti con gli Enti Locali e loro aggregazioni di Regione Lombardia che ospita il centro Europe Direct Lombardia.
“Dedicare attenzione al rischio che il cittadino corre quando qualcuno manipola la realtà e l'informazione per incuria o superficialità, o peggio per dolo, è molto importante. La possibilità di capire, di cogliere e di distinguere ciò che è vero da ciò che invece ha un secondo fine o semplicemente genera confusione o disorientamento è significativo".

Sono seguiti interventi introduttivi del Capo Ufficio di Milano della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, Massimo Gaudina, e del Capo Ufficio di Collegamento a Milano del Parlamento europeo, Maurizio Molinari.

Massimo Gaudina – Capo Ufficio di Milano della Rappresentanza in Italia della Commissione europea.
"La cosa più importante che i ragazzi devono sapere è che la disinformazione che esiste oggi è in corso già da tanti anni anche contro l'Unione Europea. E non è un gioco di alcuni vostri coetanei che si divertono a fare hackeraggio o a spargere fake news. Ma una tecnica moderna di guerra, la guerra ibrida.
La disinformazione organizzata è un'arma che fa parte di questo scenario, un'arma che alcuni paesi extraeuropei hanno utilizzato per destabilizzare l’Unione Europea e lo fanno perché alcune grandi potenze stanno cercando di indebolire l’Europa per motivi economici e geopolitici.
Fin dall’'inizio della crisi dell'epidemia queste informazioni non veritiere sono dilagate anche attraverso messaggi su WhatsApp. Uno strumento che tutti posseggono e che con facilità permette di veicolare qualsiasi messaggio creando timore, incertezza, generando paure.
Questo tipo di disinformazione aumenta la paura e quando questa aumenta, diminuisce la fiducia nelle istituzioni.
L'Europa è dotata di una strategia per contrastare tutto questo: la più importante è l'accordo tra Unione Europea e alcune piattaforme come Google Facebook, Twitter che si sono impegnate a limitare la portata generale degli spam della disinformazione del incitamento all'odio. Pensate che l'anno scorso soltanto nei primi 5 mesi dell'anno hanno dichiarato di avere rimosso in totale oltre 3 milioni di canali YouTube per violazione delle sue norme in materia di spam e furto di identità e 2 miliardi falsi account. Combattere le fake news è una doppia battaglia: da un lato bisogna individuare la notizia falsa e chi produce disinformazione, dall'altro bisogna dire la verità, ovvero “non nascondere” cioè, appunto, “togliere il velo” a tutte le cose vere che esistono e che non sono conosciute. La Commissione europea ha prodotto un breve video per far conoscere questa Europa bella che esiste è che non è abbastanza conosciuta. Ve lo doniamo, guardatelo.”

Maurizio Molinari ci spiega come la disinformazione su quanto l’Unione europea ha messo in campo per l’emergenza sanitaria è cosa nota e confermata dal Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.
Tale relazione è stata condivisa da tutti gli schieramenti politici.
"Non solo il parlar male dell’Europa danneggia la nostra democrazia e ciò che abbiamo costruito insieme, ma anche il parlar troppo bene dell’Europa potrebbe sfociare in informazioni poco corrette - spiega Molinari. "Alleniamoci a raccontare la verità: l’Europa non è cattiva ma può essere complessa.  Questa complessità richiede tempo per conoscere le procedure ed analizzarle così da avere una panoramica ampia che ci possa consentire di raccontare i fatti in modo corretto. Il sensazionalismo che si fa con certi titoli e con certe aperture mediatiche è dannoso.
Prendiamo ad esempio i gettiti che l'Europa ha annunciato in supporto all'emergenza sanitaria e che arriveranno anche all'Italia come Paese più colpito: i processi sono lunghi prima che i finanziamenti arrivino, è necessario un accordo tra i governi e la presentazione di precisi progetti da parte degli Stati membri che dovranno essere approvati dalla Commissione. Questi passaggi non devono essere mistificati ma né tantomeno ignorati.
Cosa potete fare voi ragazzi? Fatevi venire il dubbio di fronte a titoli sensazionalistici, affidatevi a fonti certificate, a media autorevoli. Non corriamo per arrivare per primi a diffondere una notizia. Prendiamoci il tempo adeguato per verificarla. Il Parlamento europeo è costantemente impegnato a comunicare l’Europa in maniera “pop” che non vuol dire essere approssimativi ma rendere tali argomenti più semplici e di interesse.”

Un contributo particolarmente interessante che ci ha permesso di avviare la riflessione sulla situazione presente partendo dalle nostre origini è stato dato da Marco Cavallarin, insegnante e regista del documentario “Le parole di Ventotene. Ernesto Rossi: il progetto dell’Europa Unita” prodotto da Ethnos nel 2019.
“Ernesto Rossi è stato uno degli autori, insieme ad Altiero Spinelli ed Eugenio Colorni, del manifesto di Ventotene – ci spiega il regista - strumento che ha gettato le basi per la nascita dell’Unione europea come progetto di pace. Il manifesto voleva opporsi al fascismo e alla disinformazione dell’epoca. Dai suoi confronti con altri intellettuali, Ernesto Rossi scopre come siano esistite verità che non hanno avuto la forza e l’energia per riuscire a trasmettersi. Rossi dedicò la sua vita alla difesa della libertà: lo ha fatto contro le falsità e le ingiustizie del fascismo fino a rendersi colpevole di un reato immaginario per cui il tribunale fascista lo condannò a 30 anni di galera, che conclude al confino sull’isola di Ventotene. Qui si incrociano molte personalità oppositrici al fascismo e l’isola diventa un luogo dove la filosofia, l’economia, la politica si incontrano grazie all’intelletto delle persone confinate. Oggi sovranisti ed antieuropeisti continuano a raccontare falsità sull’Europa allo scopo di destabilizzare le nostre democrazie."
Qui è possibile vedere il trailer del documentario.

La conferenza è entrata nel vivo della discussione sul tema della disinformazione e della azioni messe in campo dalla Commissione europea per contrastare il fenomeno attraverso i preziosi interventi di due funzionari della DG Connect della Commissione europea, in collegamento da Bruxelles: Mattia Braida (Unit I4 – Media Convergence and Social Media) e Giuseppe Iannello (Unit D4 Communication) che hanno illustrato come la strategia europea per la lotta alla disinformazione affondi la sua nascita nel 2015, con il lancio di alcuni primi documenti.
Il Code of practise on disinformation (2015), primo codice di autoregolazione promosso dalla Commissione europea insieme a Google, Facebook, Microsoft e Twitter e a compagnie che si occupano di pubblicità online per poter rendere i consumatori e gli utenti più consapevoli di ciò che passa sulle loro piattaforme, per limitare la diffusione di profili falsi sui Social Media e dare informazioni maggiori ai fact checkers e ai ricercatori così da consentire loro un più agevole accesso ai dati che stanno all’interno al motore di ricerca e ai loro algoritmi.
La presenza della disinformazione e fake news è un problema molto reale: da una recente indagine di Eurobarometro del marzo 2020, il 30 % degli europei dice di imbattersi in fake news ogni giorno. Per i più giovani la probabilità è ancora più alta. La disinformazione, come avvenuta con Brexit, si sta spostando sulle nuove piattaforme come tiktoc, social network attraverso i quali i giovani sono più esposti.
Nel 2018, la Commissione europea lancia l’Action Plan on disinformation 2018: il piano d’azione per combattere la disinformazione che mette in piede una serie di misure di interesse per tutti gli utenti ed altri stakeholders (settore privato, collaborazione con factcheckers, rapporto con i ricercatori e società civile) e che permette loro di collaborare per una migliore lotta alla disinformazione.
Con l’avvento dell’emergenza sanitaria, la disinformazione prende numerose forme: da complotti a conspiracy theories ad erronee terapie e consigli sanitari fino ad arrivare a campagne di disinformazione organizzate e a vere e proprie strategie di propaganda di stati esteri il cui scopo è dividere l’opinione pubblica e minare la fiducia nelle istituzioni.
Per questi motivi la Commissione europea ha lanciato nel marzo di quest’anno l’iniziativa “Fighting coronavirus Disinformation”.
La strategia mira ad aumentare il coordinamento europeo tramite il Rapid Alert System, a rafforzare il rapporto di collaborazione con le piattaforme firmatarie del Code of Practice against disinformation, chiede ai progetti che si occupano di factchecking di dedicare maggiori risorse sulla pandemia, ad incrementare la coordinazione tra istituzioni e Stati membri e la comunicazione istituzionale su come riconoscere le fake news.
Nello specifico, tutte le piattaforme hanno messo in piedi misure per promuovere contenuto di fondi autorevoli come l’OMS, le autorità sanitarie e media autorevoli. Gli utenti hanno così a disposizione pannelli, popup, mappe e notifiche che rimandano ad informazioni verificate sul virus.
Infine, le piattaforme hanno aumentato le collaborazioni e il lavoro fatto con i fact-checkers oltre ad aver incentivato azioni di media literacy.
La maggior parte delle azioni per constrastare l’ ingerenza degli Stati esteri viene svolta invece dal servizio dell’azione esterna (EUvsDisinfo).
La Commissione europea ha identificato tre differenti filoni rispetto alla disinformazione sul Covid19:
1. Legata alla salute: rimedi falsi, the magici, erbe naturali, bere disinfettanti, bere acqua santa, tutti rimedi che in realtà non sono rimedi scientificamente provati e quindi notizie false
2. Aiuti da parte dell’UE: per far comprendere ai cittadini che l’Europa era al loro fianco nell’emergenza e contrastare le informazioni non veritiere circolanti che criticavano il mancato aiuto europeo, sono stati realizzati prodotti visuali che sintetizzassero questo supporto.
3. 5G: non vi sono studi sui rischi della salute causati dal 5G e soprattutto non è stata la causa di diffusione del virus. Il 5G si è trasformato in un problema di ordine pubblico che ha portato attacchi ad antenne internet causando in alcune occasioni disagi ad intere comunità che sono rimaste senza connessione a causa dell’abbattimento di alcune antenne.
Un appello è stato lanciato ai giovani: aiutateci a diffondere materiale verificato e storie positive, sostenete il lavoro dei Social Network segnalando le informazioni non veritiere nelle quali vi imbattete e mettetevi in rete in modo costruttivo ed intelligente.

L'iniziativa ha visto la partecipazione anche dei ragazzi delle classi di due scuole lombarde che hanno portato a termine, nonostante le difficoltà del lockdown, le loro ricerche di monitoraggio dei progetti finanziati sui territori con le Politiche di Coesione nell’ambito del percorso “A scuola di OpenCoesione”.
Le due classi, il team @LVTiers del Liceo “Da Vinci – Pascoli” di Gallarate (Varese) e il team @ResearchIT dell’Istituto “Primo Levi” di Seregno (Monza e Brianza), hanno così raccontato con il supporto delle loro docenti, la professoressa Daniela Aliverti e Fiorella Brambilla, la propria esperienza di cittadinanza attiva europea, alla ricerca dei dati e dei fatti che testimoniano le verità di quanto l'Europa sia sui territori.
Potete trovare i loro video finali dei monitoraggio effettuato qui:
TEAM ASOC LVtiers (Gallarate)
TEAM ASOC ResearchIT (Seregno)

Valeria Fiore e Lucia Pecorario, rispettivamente Community manager e referente per la campagna in Italia “Europei contro Covid19” dell’ufficio di collegamento in Italia del Parlamento europeo hanno invece illustrato le azioni del Parlamento europeo per il debunking delle notizie false e la campagna “Europei contro Covid19” che si inserisce in questa macchina di racconti di come si combatte la disinformazione.
“La campagna #europeicontrocovid19 – racconta Lucia Pecorario - raccoglie storie positive da tutta Europa, diversissime tra loro, di persone che si sono impegnate per portare solidarietà, coraggio, speranza, durante l'emergenza covid19.”
E’ possibile seguire la campagna sia social su Twitter, Facebook ed Instagram del PE in Italia (@PE_Italia) oppure sul portale della campagna.
Non sono mancate le interessanti domande degli studenti che si sono dimostrati interessati e sensibili all’argomento, consapevoli di poter svolgere un ruolo attivo nella lotta delle istituzioni.
Tra i quesiti, la necessità di sapere perchè in un periodo così difficile circolano così tante fake news che complicano la piena comprensione del già difficile momento e provocano ulteriori danni; il bisogno di capire se ci possono essere dei limiti alla libertà di espressione e come stanno agendo le istituzioni europee per ottenere una maggiore credibilità presso la generazione dei più giovani.

Se vi siete persi l’iniziativa, potete rivederla cliccando qui.

Per le slides, clicca qui. Le troverai in coda all'annuncio dell'iniziativa.

Redazione Europe Direct Lombardia
@ED_Lombardia

Data ultima modifica: 12/03/2024