Europe Direct Lombardia 2014-2020

La Commissione europea pubblica il primo rapporto sullo Stato di Diritto

  1. La  Commissione Europea ha pubblicamente rilasciato il primo rapporto sullo Stato di Diritto dei 27 Stati membri. 
    Il documento si basa sull’analisi di quattro pilastri, tratteggiando un quadro sia a livello europeo che a livello di singolo Paese membro: il sistema giuridico, la legislazione e le istituzioni contro la corruzione, il pluralismo mediatico e la presenza di sistemi di bilanciamento (checks and balances) tra gli organi statali. Data la situazione emergenziale, nella relazione sono indicate anche le misure adottate contro il coronavirus.
immagine del bando

La  Commissione Europea ha pubblicamente rilasciato il primo rapporto sullo Stato di Diritto dei 27 Stati membri. 
Il documento si basa sull’analisi di quattro pilastri, tratteggiando un quadro sia a livello europeo che a livello di singolo Paese membro: il sistema giuridico, la legislazione e le istituzioni contro la corruzione, il pluralismo mediatico e la presenza di sistemi di bilanciamento (checks and balances) tra gli organi statali. Data la situazione emergenziale, nella relazione sono indicate anche le misure adottate contro il coronavirus.

Questa prima edizione sarà propedeutica alla stesura della relazione del 2021, con l’obiettivo di favorire una maggiore resilienza dello Stato di Diritto.

Di cosa si tratta?
E’ il prodotto di una delle iniziative annunciate dalla Commissione Von der Leyen per il 2020, nell’ambito del meccanismo europeo globale per lo Stato di diritto, che prevede un ciclo annuale di indagine sui principali pilastri dello stato di diritto in UE finalizzato ad offrire una panoramica complessiva della materia utile ad indirizzare i programmi di riforma dei Paesi membri, col sostegno della Commissione europea e dei principali portatori di interessi.

La principali conclusioni della relazione sono qui di seguito riportate:

Per quanto riguarda le condizioni dei sistemi giudiziari, la relazione evidenzia come stia proseguendo la tendenza a ridurre l’influenza dei poteri legislativo ed esecutivo sui sistemi giudiziari, in particolar modo in Paesi nei quali l’indipendenza dei sistemi si presentava già particolarmente elevata; permangono tuttavia note criticità in merito all’opposta tendenza in corso in altri Paesi, dove recenti riforme hanno minacciato l’indipendenza della magistratura in misura tale da spingere la Commissione europea a dare avvio ad una procedura di infrazione. Sul fronte della digitalizzazione della giustizia, il lavoro da fare è ancora molto, ma la pandemia ha contribuito ad accelerare il processo.
 
Sul fronte della disciplina anticorruzione, la relazione rileva come numerosi Paesi europei abbiano adottato o stiano adottando delle strategie preventive globali, rafforzando parallelamente gli strumenti a disposizione dei propri organi inquirenti per far fronte al fenomeno quanto più efficacemente possibile. Permangono tuttavia criticità in diversi Paesi europei, in particolar modo per quanto concerne l’efficacia dei processi di indagine e degli iter giudiziari che vi fanno seguito.
 
In merito alla libertà e al pluralismo degli organi di informazione mediatica, la relazione giudica complessivamente molto elevati gli standard di cui godono i cittadini UE. Non mancano tuttavia timori in merito ai condizionamenti politici dei media attualmente in corso in alcuni Paesi UE, ai quali si affiancano perplessità in merito all’efficacia e indipendenza delle rispettive autorità di regolamentazione. Sul fronte della tutela dell’integrità degli operatori del settore, la relazione evidenzia come in diversi Paesi i giornalisti abbiano subito o siano a rischio di subire attacchi in relazione al loro operato, a fronte dei quali, alcuni Paesi hanno disposto l’attivazione di pratiche e misure di protezione.
 
Sul fronte del bilanciamento dei poteri istituzionali, infine, la relazione evidenzia gli sforzi compiuti da numerosi Stati per coinvolgere la società civile ed i portatori di interessi nei processi decisionali, in particolar modo in occasione di riforme strutturali, garantendo la continuità del controllo democratico sull’operato delle autorità statali. Desta preoccupazione, invece, il frequente ricorso alla legislazione d’urgenza, che ha visto un’ulteriore impennata in occasione della pandemia in corso, con rischi potenziali non indifferenti per la tenuta dello Stato di diritto. L'intervento dei tribunali nazionali e dei difensori civici ha tuttavia generato, in numerosi casi, ricadute positive sulle misure emergenziali. Per quanto concerne, le realtà della società civile, queste continuano ad operare in un ambiente complessivamente favorevole, ma non mancano casi nei quali i governi nazionali hanno adottato discipline mirate a limitarne l’accesso ai finanziamenti, senza contare alcune pericolose campagne diffamatorie nei loro confronti.
Focus: misure di emergenza adottate nel contesto del coronavirus
La pandemia è in corso e in diversi Stati membri sono ancora in vigore regimi o misure restrittive di emergenza. La relazione evidenzia alcune delle questioni emerse a riguardo, come la modifica o la sospensione dei tradizionali sistemi nazionali di bilanciamento dei poteri che possono determinare problemi particolari per lo Stato di diritto. Tra le buone prassi si trovano casi in cui le sentenze dei tribunali nazionali o il coinvolgimento dei difensori civici hanno avuto un impatto positivo sulle misure di emergenza adottate.


Note sullo Stato di Diritto in Italia

Sistema giudiziario
Secondo il report, l’Italia ha un quadro legislativo solido basato sulla salvaguardia dell’indipendenza giudiziaria per giudici e pubblici ministeri. Nonostante ciò, la percezione dell’opinione pubblica sull’indipendenza giudiziaria è bassa a causa di interferenze e pressioni da parte del Governo e della politica.

Inoltre, la Commissione europea plaude alla proposta del governo per le riforme previste in seno al Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), discusse poi in Parlamento. Desta maggiore preoccupazione l’efficienza del sistema giudiziario riguardante la lunghezza dei processi. Il tempo stimato per risolvere le controversie civili e commerciali rimane uno dei più alti in Europa.

Infine, sono viste di buon occhio le riforme attuate per introdurre standard per migliorare la qualità delle decisioni giudiziarie, tramite la cooperazione tra magistratura, avvocati e Ministero della Giustizia.

Anti-corruzione
L’Italia ha rafforzato il quadro istituzionale e legislativo riguardante l’anti-corruzione. La legge anti-corruzione del 2019 ha irrigidito le sanzioni per crimini di questo genere, sotto la guida dell’Autorità Nazionale Anti-Corruzione.

Inoltre, l’Italia presenta un efficiente sistema di confisca e recupero beni che permette di completare al meglio il regime sanzionatorio dei crimini di corruzione. Nonostante ciò, il regime di conflitto di interessi è frammentato e il sistema di incompatibilità e ineleggibilità che si applica ai pubblici ufficiali non ha chiara applicazione.

Infine, l’Italia non ha ancora adottato nessuna legge che regoli le attività di lobbying.

Pluralismo dei media
L’indipendenza dei media italiani resta un problema, tant’è che l’Italia viene classificata a medio rischio a causa delle forti influenze politiche nel settore audiovisivo e, in misura minore, anche nella carta stampata.

Preoccupano, inoltre, i frequenti attacchi fisici e le minacce di morte rivolte ai giornalisti. Per fronteggiare questo problema il ministro dell’Interno ha istituito nel 2017 un centro di coordinamento per monitorare le minacce ai giornalisti e per sviluppare contromisure.

Checks and balances
La Commissione europea mette in risalto la mancanza di un’istituzione indipendente per i diritti umani anche se constata il fatto che il Parlamento ne stia discutendo.

In conclusione, il rapporto della Commissione europea ha evidenziato notevoli miglioramenti per l’Italia, il cui Stato di Diritto è solido e quindi non desta particolare preoccupazione. Nonostante ciò, la lunghezza dei processi e la politicizzazione dei media sono da monitorare in quanto segni di mancanza di efficienza e indipendenza dalla politica.

Per approfondimenti consultare i seguenti documenti:

  1. il comunicato della Commissione europea
  2. il testo completo della relazione
  3. il focus sull'Italia
     

Redazione Europe Direct Lombardia
@ED_Lombardia

Data ultima modifica: 12/03/2024