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Pubblicati i risultati dell'Indice di digitalizzazione dell'economia e della società (DESI) 2022

La Commissione europea ha di recente pubblicato i risultati dell'Indice di digitalizzazione dell'economia e della società (DESI) 2022, che registra i progressi compiuti negli Stati membri dell'UE in ambito digitale.
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Pubblicati i risultati di DESI. 
L'indice di Digitalizzazione e dell'Economia della Società è uno strumento che consente di individuare in quali settori i Paesi europei possono destinare i loro interventi. Esso offre dati chiave per l'analisi delle principali urgenze dei territori dell'Unione. 

La Commissione europea ha di recente pubblicato i risultati dell'Indice di digitalizzazione dell'economia e della società (DESI) 2022, che registra i progressi compiuti negli Stati membri dell'UE in ambito digitale. Esso misura, in base ai dati Eurostat e a studi e metodi di raccolta specializzati, i progressi compiuti dagli Stati membri dell'UE per realizzare un'economia e una società digitali.

DESI aiuta gli Stati membri dell'UE a individuare i settori su cui destinare in via prioritaria investimenti e interventi. L'indice DESI costituisce anche lo strumento chiave per l'analisi degli aspetti digitali nel semestre europeo.

Il periodo della pandemia ha avuto un ruolo cruciale in questo ambito poichè i mezzi di comunicazione digitale sono stati fondamentali per mantenere alcune delle principali attività. Proprio durante l’emergenza Covid-19, infatti, vediamo come gli stati membri hanno compiuto molti progressi. Tuttavia, in alcuni ambiti risulta ancora difficile colmare determinate lacune in termini di competenze digitali, digitalizzazione delle PMI e diffusione di reti 5G avanzate.

In generale si evidenzia una tendenza alla convergenza, il processo di digitalizzazione all’interno dell’UE è in miglioramento. Tuttavia, I risultati dimostrano che le imprese le imprese stentano tuttora ad adottare tecnologie digitali fondamentali, come l'intelligenza artificiale (IA) e i big data. Sono necessari ulteriori sforzi per intensificare la connessione indispensabile per adottare i servizi più innovativi e occorre sviluppare le competenze gitali. Anche nei paesi più all’avanguardia come Finlandia, Svezia, Danimarca e Paesi bassi si trovano alcune lacune.

Qui, la proposta sul decennio digitale concordata dal Parlamento europeo e gli Stati membri. Essa mira a favorire una collaborazione più stretta tra gli Stati membri e l'UE per progredire in tutte le dimensioni contemplate dal DESI. La proposta fornisce un quadro per permettere agli Stati membri di assumere impegni congiunti e di istituire progetti multinazionali che ne accresceranno la forza collettiva e la resilienza nel contesto mondiale. Tale percorso di cooperazione affida al DESI il monitoraggio degli obiettivi del decennio digitale.

Gli strumenti digitali diventano parte integrante della vita quotidiana e della partecipazione alla società, per questa ragione le persone prive di adeguate competenze digitali rischiano di essere lasciate indietro. Solo il 54% degli europei di età compresa tra i 16 e i 74 anni possiede almeno competenze digitali di base: l'obiettivo del decennio digitale è di arrivare almeno all'80% entro il 2030. Inoltre, si riscontra una carenza di specialisti di TIC, nonostante il grande numero di assunzioni effettuate nel settore nell’ultimo anno. Le aziende hanno espresso le difficoltà nel trovare personale qualificato. Questo rappresenta un forte ostacolo per il processo di evoluzione digitale e rischia di minare la competitività delle imprese dell’UE. La mancanza di competenze specialistiche sta inoltre frenando gli sforzi dell'UE per conseguire gli obiettivi del Green Deal. Sono quindi necessari sforzi ingenti per la riqualificazione e lo sviluppo delle competenze della forza lavoro.

L’UE ha messo a disposizione attraverso il dispositivo per la ripresa e la resilienza, con circa 127 miliardi di € destinati a riforme e investimenti nel settore digitale. Si tratta di un'opportunità senza precedenti utile per accelerare la trasformazione digitale, aumentare la resilienza dell'Unione e ridurre le dipendenze esterne mediante riforme e investimenti. Gli Stati membri hanno destinato in media il 26% della dotazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF) alla trasformazione digitale, superando la soglia obbligatoria del 20%. Gli Stati membri che hanno scelto di investire oltre il 30% della propria dotazione RRF nel settore digitale sono Austria, Germania, Lussemburgo, Irlanda e Lituania.

Per ulteriori informazioni:

Per l'Italia è disponibile il documento in allegato.

 

Redazione Europe Direct Lombardia
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Data ultima modifica: 24/10/2023